Descrizione
Panettone con impasto salato con speck D’Osvaldo, cipolla rossa di Cavasso Nuovo e formaggio Latteria della Latteria di Pradis di Sopra.
Panettone certificato IO SONO FRIULI VENEZIA GIULIA
Non contiene uvetta, arancio e cedro candito.
Peso netto 500g.
Prodotto artigianale da forno a lievitazione naturale.
Salumificio D’Osvaldo
L’arte del prosciutto D’Osvaldo è una tradizione di famiglia che si tramanda di padre in figlio con orgoglio e rispetto delle antiche ricette. In quegli anni l’affumicatura non aveva uno stile particolare, ma era un’usanza che il padre di Luigi, Giacomo, importò dall’Est Europa per facilitare la conservazione delle carni. È con Lorenzo, figlio di Luigi, che la produzione di prosciutti assume il suo carattere odierno e diviene l’attività principale dei mesi invernali, che si alterna ai lavori agricoli dei mesi estivi. Nel 1982 un’antica villa friulana del 1800 viene adibita a prosciuttificio per accogliere il nuovo corso, che ora è seguito anche dalla moglie di Lorenzo, Lucia, e dai loro figli Monica e Andrea. Lorenzo, nella sua costante ricerca di migliorarsi fa divenire la fase dell’affumicatura un sapiente gioco di equilibri, che si basa sui legni di ciliegio e di alloro, dolci e delicati con le carni nostrane.
Cipolla Rossa di Cavasso Nuovo
La Cipolla Rossa di Cavasso Nuovo è un ortaggio la cui coltivazione si perde nella memoria dei tempi e fino ali anni ’60 è stata una preziosa risorsa per molte famiglie. I più anziani la conoscono anche come la “Cipolla Rossa dei Maraldi”, in quanto la sua maggior produzione storica avveniva proprio in questa zona alta del territorio comunale. Un tempo le donne del paese si tramandavano di madre in figlia le sementi e si occupavano di tutte le fasi della produzione dell’ortaggio, dalla preparazione delle famose trecce (dette in friulani “Riesti”) e della loro successiva vendita che avveniva in molti paesi del Friuli Venezia Giulia. Con la scomparsa della civiltà contadina, l’industrializzazione, il terremoto del 1976, l’avvento del consumismo di massa, la produzione della Cipolla Rossa di Cavasso Nuovo venne a ridursi drasticamente e si limitò ad una produzione per il solo fabbisogno familiare, perdendo così la notorietà di un tempo. Oggi però, in un epoca in cui la produzione spinta e l’omologazione dei prodotti agro-alimentari ha preso il sopravvento nella nostra società, sempre più persone tendono a ricercare vecchie tradizioni, ricoprire antichi sapori, gustare prodotti particolari e genuini. La Cipolla Rossa di Cavasso Nuovo dei Maraldi, rientra a pieno titolo nel novero di questi frutti della terra, poichè le sue qualità organolettiche, la sua consistenza e conservazione, il suo risaltante sapore dolce e delicato la rende inconfondibile tra le molte varietà esistenti. Questo ortaggio è quindi un prodotto caratteristico, coltivabile solo su certi terreni e con peculiari condizioni climatiche, che l’ambiente del nostro magnifico territorio pedemontano offre.
Latteria di Pradis di Sopra
La latteria di Pradis di Sopra, in comune di Clauzetto (PN), ha una storia centenaria. Costituita nel 1935 e raggiunse il suo massimo di 130 conferitori di latte con ben 1200 vacche nel 1973 per poi arrivare all’amaro epilogo nel 2004 con la chiusura dovuta a incomprensioni e troppa litigiosità. Tre anni più tardi Narciso Trevisanut, 45 anni, pordenonese con un passato da autista trasferitosi sul “balcone del Friuli” per amore, ha ridato vita all’anima zootecnica del paese, aprendo la Pradis di Sopra snc come azienda agricola che con i propri capi bovini conferiva il latte all’allora Consorzio cooperativo “Tre Valli”. Ma i costi di raccolta troppo elevati per portare il latte in pianura per la trasformazione ha portato subito a un bivio l’allevatore: chiudere nuovamente o voltare pagina. Trevisanut ha optato per la seconda scelta e così, facendo rete con gli altri sei allevatori montani attivi nella zona (Pradis, Cavasso Nuovo, Monte Prat e San Rocco, complessivamente 80 capi tra mucche e capre), ha deciso di riaprire la latteria puntando sul formaggio a “chilometro zero” e a un ritorno al passato. Assieme a lui ha sposato la causa il casaro Federico Segatto di Meduno e oggi si lavorano circa 10 quintali di latte/giorno per 100 kg di prodotto, con la particolarità della lavorazione a latte crudo, ovvero “come una volta” cioè senza pastorizzazione. A marchio Pradis, nei due punti vendita attivi (interno alla latteria e spaccio di Meduno) si possono acquistare il Latteria, lo Stravecchio, il “formadi salat” e il formadi frant che in queste terre si chiama il “Cìt” oltre poi a caciotte e ricotte (anche di capra), burro, mozzarelle e yogurt.
INGREDIENTI: farina tipo 00, tuorlo d’uovo, burro, speck D’Osvaldo (coscia di suino, sale, pepe, piante aromatiche), acqua Dolomia, formaggio Latteria della latteria di Pradis di Sopra (latte vaccino biologico, caglio, fermenti, sale), zucchero, lievito naturale vivo, sale, cipolla rossa di Cavasso Nuovo, pepe nero.
ALLERGENI: il prodotto può contenere tracce di frutti con guscio, proteine dell’uovo e del latte, sesamo, glutine ed
arachidi.
Gli ingredienti evidenziati possono provocare reazioni in persone allergiche o intolleranti.
Valori nutrizionali per 100 g: valore energetico 1553 KJ 373 Kcal, grassi 24,41 g di cui acidi grassi saturi 14,08 g, carboidrati 26,08 g di cui zuccheri 7,31 g, proteine 12,44 g, Sale 1,04 g